Pressespiegel: Giornale di Vicenza, 13. August 2012

"Luce in colore" Ruaro esplora l'ambiguo confine

MOSTRE. Lo sledense espone a Francoforte
Il pittore scledense propone nuove opere dominate dal rosso

13/08/2012

Franco Ruaro

Tra gli alfieri dell'arte moderna e contemporanea italiana all'estero, la pittura di Franco Ruaro, vicentino di Schio, è in mostra in questi giorni - e fino al 17 agosto- a Francoforte sul Meno nella Frankfurter Westend Galerie, centro espositivo dell'associazione culturale Vereinigung e.V. per gli scambi e l'amicizia italo-tedesca in nome dell'arte (da Fontana a Morandi, Santomaso, Melotti, Dorazio e altri). La sua personale "Luce in colore" -una nutrita selezione di nuovissime opere di olio su tela dominate dal colore rosso- è fin dal titolo un piccolo manifesto programmatico. La premessa: da sempre "Ruaro sostiene la pittura con rigorosa continuità d'intenti" (parola di Claudio Cerritelli, critico d'arte, nel suo volume "Pittura aniconica.Arte e critica in Italia 1968-2007"). Sa che il colore non è connesso alle cose, le precede. La luce lo rivela. L'occhio lo recepisce. La mente lo elabora. La pittura lo rivela. Ruaro esplora l'ambiguo confine in cui la luce "in-colore" distinta dal colore, si trasmuta "in colore". Un crinale fisico/metafisico dove i colori non sono nella natura ma nella mente. Questa mostra è dominata dal rosso, il più spirituale ed emozionante dei colori (dopo la stagione del verde, colore simbolo della natura, e del blu, colore della notte, tenebra e mistero): rosso non più come energia ma come idea di energia, sovranità, tensione che Ruaro fa scorrere in verticale con regale presenza. Frutto di pazienti stesure, combinazioni e stratificazioni quasi alchemiche di colori diversi o tono su tono, la tela dipinta diventa così luogo di impercettibili apparizioni interiori, visibili solo ad un attento allenamento percettivo: piccoli scarti luministici, dissolvenze, sfumature, bagliori, spiragli di profondità. E' un processo senza fine ("immobilità del colore come evento"), non l'attimo fuggente degli impressionisti. Abolendo il disegno l'artista costruisce una sorta di architettura del colore, dotata di senso prospettico e di impianto classico, al ritmo di un respiro, e di una emozione, senza tempo che diventa il nostro respiro. Dopo i giovanili esordi alla Collettiva della Bevilacqua La Masa di Venezia (vince il premio acquisto) in cui Ruaro affida al blu monocromo il dialogo luce/ombra per affioramenti minimali, verso la fine degli anni 90 emerge una cromia più rarefatta, con spinta verticale, fino alle impercettibili variazioni su superficie ferma in un processo sempre in grado di ricominciare in cui il dipinto diventa "àncora del vedere". Opere di Ruaro sono state acquisite dalla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, dal Civico Museo d'Arte Moderna di Milano, dalla Collezione Banca Nazionale del Lavoro. Tra le numerose mostre a cui ha partecipato, la XIV Quadriennale di Roma nel 2004, la XXXII Biennale di Milano nel 1994, il Premio Michetti di Francavilla nel 2004.

Floriana Donati

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